Torna all'Indice delle versioni

Torna alla Home

 

Alessandro contro Annibale II

 

Kαὶ ταῦτα δὲ ἔπραττον αὐτὸς προκινδυνεύων καὶ τιτρώσκεσθαι ἀξιῶν. Καὶ ἵνα σοὶ μὴ τὰ ἐν Τύρῳ μηδὲ τὰ ἐν ᾿Αρβήλοις διηγήσωμαι, ἀλλὰ καὶ μέχρι ᾿Ινδῶν ἦλθον καὶ τὸν ᾿Ωκεανὸν ὅρον ἐποιησάμην τῆς ἀρχῆς καὶ τοὺς ἐλέφαντας αὐτῶν εἶχον καὶ Πῶρον ἐχειρωσάμην, καὶ Σκύθας δὲ οὐκ εὐκαταφρονήτους ἄνδρας ὑπερβὰς τὸν Τάναϊν ἐνίκησα μεγάλῃ ἱππομαχίᾳ, καὶ τοὺς φίλους εὖ ἐποίησα καὶ τοὺς ἐχθροὺς ἠμυνάμην. Εἰ δὲ καὶ θεὸς ἐδόκουν τοῖς ἀνθρώποις, συγγνωστοὶ ἐκεῖνοι πρὸς τὸ μέγεθος τῶν πραγμάτων καὶ τοιοῦτόν τι πιστεύσαντες περὶ ἐμοῦ.  Τὸ δ' οὖν τελευταῖον ἐγὼ μὲν βασιλεύων ἀπέθανον, οὗτος δὲ ἐν φυγῇ ὢν παρὰ Προυσίᾳ τῷ Βιθυνῷ, καθάπερ ἄξιον ἦν πανουργότατον καὶ ὠμότατον ὄντα· ὡς γὰρ δὴ ἐκράτησεν τῶν ᾿Ιταλῶν, ἐῶ λέγειν ὅτι οὐκ ἰσχύι, ἀλλὰ πονηρίᾳ καὶ ἀπιστίᾳ καὶ δόλοις, νόμιμον δὲ προφανὲς οὐδέν. Ἐπεὶ δέ μοι ὠνείδισεν τὴν τρυφήν, ἐκλελῆσθαί μοι δοκεῖ οἷα ἐποίει ἐν Καπύῃ ἑταίραις συνὼν καὶ τοὺς τοῦ πολέμου καιροὺς θαυμάσιος καθηδυπαθῶν.

Luciano, Dialoghi dei morti 25. 5-6


 

 

Ed ecco la traduzione letterale

                                                            

E compivo queste imprese esponendomi io stesso al pericolo e ritenendo cosa degna degna di essere ferito; e per non raccontarti i fatti di Arbela e di Tiro, giunsi anche fino all’India e feci l’oceano confine del mio impero e presi i loro elefanti e sottomisi Poro avendo superato il Tanai vinsi gli Sciiti guerrieri non disprezzabili in una grande battaglia navale e feci del bene agli amici e punii i nemici. E se agli uomini sembravo un dio, quelli sono perdonabili per la grandezza delle gesta anche di aver creduto una cosa simile su di me. Infine io morii regnando costui invece essendo in esilio presso Prusia di Bitinia (lett.: il Bitino) come era giusto essendo molto malvagio e crudele: tralascio di dire infatti che vinse gli Italici ma che non lo fece con la forza bensì con la malvagità con la slealtà e con gli inganni e (non fece) nulla di legale o alla luce del sole. Quando poi mi rimprovera la mollezza, mi sembra che abbia dimenticato quali cose faceva a Capua stando in compagnia di etere e perdendo nei piaceri, il grand’uomo, le occasioni propizie della guerra.


 


 

 

 

 

   

 

 

 In questa sezione, sei il visitatore numero